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L’importanza dello sport raccontata da Anita

“Durante una partita in trasferta a Castelfranco Veneto, mentre giocavo all’esterno centro, hanno battuto una pallina al volo tra me e l’esterno sinistro. Siamo partite entrambe veloci per riuscire a prenderla al volo ma io, credendo di non riuscire ad arrivare a prenderla, mi sono tuffata e questo ha provocato uno scontro tra me e la mia compagna di squadra. Per fortuna non ci siamo fatte nulla però è stata una bella scena, ogni volta che ci ripenso piango dalle risate.”

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Alessia, sportiva innamorata del softball

Alessia Borracelli, nata a gennaio 2003 a Vittorio Veneto ha iniziato a praticare sport da piccola. “Dall’età di 3 anni fino ai 9 anni ho praticato danza, ma nonostante io abbia solo 17 anni ho praticato molti sport e sono sempre stati importanti per me e per la mia famiglia, forse perché i miei genitori erano sportivi e ci hanno trasmesso questa passione. Ho anche praticato nuoto e ginnastica artistica”.

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Figlio d’arte e nato in campo

Se avete frequentato la Tassina almeno una volta avete capito di chi stiamo parlando: Lorenzo Taschin. Il giovane prospetto rodigino è uno di quei ragazzi che si definisce “nato in campo”, perché si è avvicinato allo sport ed ha mosso i primi passi nel baseball già da giovanissimo ed è figlio di due sportivi; infatti non solo il padre è un volto noto sui campi da baseball di tutta Italia, ma anche la madre era una giocatrice di softball.

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Chiara: grinta, carattere e determinazione!

Scivolare sulle basi per arrivare salvi è un’azione di gioco molto importante e spettacolare, in cui un giocatore si butta sulla terra rossa del diamante per raggiungere il sacchetto prima di essere toccato dal difensore: oltre ad essere un gesto atletico ad effetto è anche un rischio, poiché può capitare di farsi un po’ male lanciandosi a terra a tutta velocità su un terreno piuttosto duro.

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Calle

Ottavo inning, due out, corridore veloce in seconda. Il manager chiama “Tempo” e sale sul monte. Dopo la spiegazione della strategia, appena prima di tornare in panchina, afferra il ricevitore per la pettorina, lo guarda dritto negli occhi e gli dice: “Se ruba, NON TIRARE IN TERZA. Abbiamo due out, ci giochiamo il battitore”.

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